THOUSANDS OF FREE BLOGGER TEMPLATES

domenica 28 settembre 2008

Tra La Carne E Il Nulla.

L'autunno è alle porte ormai. No, non è un frammento del mio romanzo. A tal proposito vi farà piacere sapere che ho deciso di operare una sorta di terza stesura, in pratica lo sto riscrivendo. Sono quasi alla fine del primo capitolo, ma i risultati sono più che soddisfacenti. E bisogna tenere conto che molte sequenze della stesura precendente vanno benissimo, e saranno riutilizzate. Non so quanto mi ci vorrà per questo lavoro, ma se devo esordire meglio farlo bene.
Martedì è alle porte ormai. Martedì sera a quest'ora sarò già via per l'università, senza internet, senza chitarra..sigh. Questo aggiornamento è meramente riflessivo, per così dire.

Quando comincia a venire l'autunno, mi immergo in una serie di riflessioni paesaggistiche. Da un punto di vista artistico l'autunno è estremamente interessante. Osserverei per ore immagini di boschi avvolti dalla nebbia, con in lontananza cime innevate magari. Il tutto rigorosamente in bianco e nero. Ripenso a certe mattine in Germania ( soggiorno studio scolastico), in inverno.
La nebbia avvolgeva i parchi cittadini, e nonostante fossero ormai le 8 di mattina non c'era quasi nessuno in strada. Solo la presenza inquietante di edifici alti e grigi, che sembravano immensi e vuoti rispetto alle persone che di sabato pomeriggio affollavano il centro.
I corvi gracchiavano. Le nuvole coprivano sempre il cielo, rendendolo incolore, o grigio.


Copertina di "The Haunting Presence" della one man band americana Krohm. Black metal, ovviamente.

Io ero diversa da come sono ora, diciamo che è passato del tempo. La consapevolezza di trovarsi a contatto forzato con persone che sapevo non mi avrebbero mai compreso, o che mi erano deliberatamente ostili, mi aveva reso solitaria e misantropica. Preferivo semplicemente osservare la magnifica natura. Proprio per questo quando viaggio, se si tratta di un lungo viaggio in treno o pullman, aborro di solito parlare con altri. Datemi un posto vicino al finestrino, il mio ipod ( o lettore cd), e io sarò contenta così. Come colonna sonora all'epoca ero fissata con Nargaroth, che mi piaceva ascoltare pensando di trovarmi nella sua terra natale ( la Germania, appunto).

Copertina di "Amarok" di Nargaroth.

Ma, dato che sicuramente a nessuno interessa minimamente delle mie avventure in Germania, giungo alla conclusione. C'è chi vive per l'estate, il caldo, il sole, il mare.. io preferisco l'autunno, con la sua promessa dell'inverno che verrà. Preferisco la montagna, la neve, spaziare con lo sguardo su boschi di conifere di infinita estensione, mentre la mia mente elimina sistematicamente gli elementi moderni del paesaggio (come quando dipingevo ad acquerello) e la mia anima entra in comunione con la natura, e si immerge in riflessioni di una spiritualità più antica e profonda.
Per farla breve, l'autunno mi ispira. A voi no?

Bene, vi lascio a gustarvi il video di "Antica Europa" dei Deadly Carnage, ottimo gruppo underground delle mie parti.


sabato 13 settembre 2008

The Sign Of Prime Creation


Rifletto spesso sul mio romanzo ultimamente. Ho persino riscritto l'inizio, le prime 10 pagine. Poi, rileggendole, mi sono resa conto di una cosa. Che per quanto possa essere bello, impreziosito da dettagli "realistici", è troppo diverso dal resto del libro. A questo punto forse è necessaria una premessa.
Vado avanti con questo libro dai tempi delle medie, si è tutto originato da un disegno fatto all'epoca, che conservo tutt'ora. Tale disegno raffigurava la Eikha dell'epoca, che aveva un'altro nome, con un abbigliamento fantascientifico. Inizalmente doveva essere un libro di fantascienza, la virata fantasy è avvenuta tempo dopo, con la lettura del Signore degli Anelli. La stesura vera e propria dell'opera è stata fatta rigorosamente su carta, usando dei quaderni, e spesso scrivevo a scuola. Ho consumato quasi 7 quaderni. Dico quasi perchè da un lato ci stava il romanzo e dall'altro dei disegni.
Poi ho ricopiato tutto su pc, non vi dico il tempo che ha richiesto perchè vi spaventereste. Questo ha coinciso con la seconda stesura, quella che doveva essere definitiva.
Ora ci ricolleghiamo con quanto anticipato sopra: tale stesura, pur avendo subito ovvie correzioni, dovrebbe essere quella definitiva. O no? Mi spiego meglio. Lo stile dell'epoca è diverso da quello che posseggo ora, logicamente. Potrei riscrivere tutto con lo stile di adesso, ma sarebbe un lavoro immane, e preferirei occuparmi del Canto Secondo.
Così ho deciso una cosa: sistemerò un paio di cosuccie quali delle descrizioni e degli scontri, ma non userò l'inizio nuovo, per evitare di creare un minestrone di stili. Rimaneggerò un po' quello vecchio, con un criterio: il lettore crederà all'impossibile, ma non all'improbabile. Si tratta di una citazione ma ne ignoro l'autore. Riserverò quindi il mio stile attuale per il Canto Secondo.
Ah, tenete presente che, almeno secondo me, il vecchio stile non è nè peggiore nè migliore, forse più semplice, ma solo diverso.

Questa riflessione nasce anche dai risultati ottenuti tramite l'esperimento di postare qui uno dei duelli.Due persone ( Gamberetta e il Duca) lo hanno criticato negativamente, a tutte le altre, è invece piaciuto. Sono in netta maggioranza, anche se non posseggono un account per commentare. Quindi cosa devo pensare? Che il pubblico preferisce lo stile "vecchio"?
E vorrei sapere da voi cosa ne pensate. Stile "vecchio" o rimaneggiamento totale a scapito dell'onestà dell'opera originale?
Se proprio proprio, lo sistemerò se non piacerà a nessun editore.

martedì 2 settembre 2008

Primo Estratto..


Si comincia! Ho deciso di iniziare con un duello, ma non un duello qualsialsi.Questo segna l'inizio dell'avventura vera e propria. (Capitolo II, Parte Prima)


[..]Quando Eikha e Shin fecero ritorno, per pranzo, il capo degli stranieri venne da loro.
-Il mio nome è Noden, figlio di Nover.Tu dovresti essere Eikha.-
-In persona.-
Rispose la ragazzina, guardinga, studiando l’uomo.
Noden aveva il tipico aspetto di colui che aveva vissuto molte battaglie: una cicatrice era ancora visibile su una guancia e probabilmente non sarebbe mai scomparsa; la barba non era curata. Dalla sua bocca si intravedeva che alcuni denti erano neri, altri mancanti.I capelli erano corti e arruffati, l’armatura in pelle aveva bisogno di una sistemata e il mantello era macchiato di sangue.
Al fianco portava una lunga spada e allacciato dietro alla schiena, un grande scudo a mandorla.
-Cosa volete da me?-
-Sarò breve.Ho saputo che sai usare la spada.-
-Non sapevo di essere tanto famosa.Comunque sì, me la cavo.-
-Ti andrebbe di combattere contro di me?Un incontro amichevole, s’intende.-
Aggiunse osservando l’espressione molto poco conciliante di Shin.
-Perché dovrei accettare?-
-Io viaggio per i regni ancora liberi alla ricerca di qualcuno che voglia battersi con me, per affinare le mie tecniche e migliorarmi.-
La giovane restò in silenzio, non sapendo che rispondere.
-Come avete fatto a sapere di me?-
-Non si vede una donna pronta a sguainare la spada per la propria patria da molto tempo, è normale che le voci corrano.- Rispose prontamente Noden.
Shin lo squadrò dall’alto al basso con occhio critico, poi, senza neppure consultarsi con Eikha, prese la sua decisione.
-C’è un prato vicino al fiume, poco lontano da qui. Basta svoltare a sinistra appena usciti dalla Locanda e poi a destra, alla fine della Contrada dei Lanaiuoli.
Noden annuì.
-Bene, ci si vede lì all’ora settima.-

[...]
Ancora non era abbastanza freddo da dover girare con i mantelli, ma al nord soprattutto, e in questi tempi, c’erano persone che giravano in mantello e cappuccio persino in piena estate.
Noden stava in piedi appoggiato alla spada, mentre i suoi uomini stavano seduti più in là, parlando allegramente e scommettendo sulla sfida, com’erano sempre soliti fare quando Noden sfidava qualcuno.
-Allora, su chi scommetti, Zeil?-
-Su Noden, e chi altri?-
-Vorrei provare con Eikha.-S’introdusse un altro.
-Ne sei certo, Harrek?-
-Oggi mi sento in vena di rischiare.E scommetto dieci idsi sulla ragazzina strana.-
Proclamò mostrando una manciata di monete con l'immagine di una falce da un lato e una figura umana stilizzata dall'altro.
-Quindici su Noden.-Proclamò uno.
-Aspettate, maledizione!Devo prendere nota!-Protestò Harrek, che di solito si occupava di segnare le scommesse e come andavano.
-Zeil, tu quanto scommetti?-
-Dieci idsi su Noden.-
-Altrettanto.-Borbottò un altro, intento a frugare nella propria scarsella.
-Fate silenzio, si comincia!-
Eikha era arrivata.

Le loro lame si incontrarono in un bagliore di luce postmeridiana.
La ragazza studiò il volto concentrato di Noden, cercando di interpretare la sua espressione, mentre le spade e i volti erano vicini.
Si separarono e continuarono con rinnovato vigore.
Inizialmente Eikha riuscì a sostenere con facilità gli attacchi impetuosi del mercenario, poi cominciò a trovare alcune difficoltà. Ogni volta che tentava di colpirlo, ogni dritto o roverso veniva bloccato dalla sua lama o dallo scudo.
Sembrava che nulla potesse stancarlo, eppure lui stesso restò sorpreso dalla capacità di resistenza della giovane.
Fu colto impreparato dai suoi riflessi e dalle sue capacità, senza rendersi conto che le aveva già incontrate in altri guerrieri, ma ora il fatto che fosse una ragazzina a possederle lo metteva a disagio.
Semplicemente, per la prima volta, il grande Noden faticò a reagire a degli attacchi, né troppo difficili o elaborati, ma portati da una femmina.
Ma era un mercenario e non farsi sorprendere era il suo mestiere.
Dopo alcuni colpi riuscì a riprendere il controllo della situazione, costringendo Eikha a indietreggiare.
Tuttavia la fanciulla non cedette, rispondendo colpo su colpo, a livello quasi istintivo.
L’uomo, in un roverso da manuale, spostò la lama dal basso verso l’alto, verso destra. Eikha alzò il braccio per parare tale colpo, scoprendosi abbastanza per permettere a Noden di colpirla sul petto con lo scudo. Eikha imprecò, odiando per un istante la sua natura femminile che l’aveva dotata di un seno, anche se ancora non del tutto cresciuto. Vi aveva portato il braccio libero davanti come copertura, ma non era servito a molto.
Era stata sbalzata indietro, ma riguadagnò la posizione di poco prima e si abbatté con un fendente sull’uomo, ignorando il fatto che la spada cominciava a essere pesante e il contraccolpo ai polsi doloroso quando lo scudo la bloccò. L’impatto si trasferì sul corpo di Noden, e fu il suo turno di indietreggiare.
Non può essere!Com’è possibile?Noden è un mercenario esperto, io mi esercito seriamente solo da pochi anni …
Poi, nell’attimo fatale, parando un fendente di Noden, provò una sensazione nuova e improvvisa.
Le faceva male il cuore, era come se qualcuno si fosse insediato dentro di lei,
Non aveva mai avvertito un dolore tale, e per giunta continuò ad aumentare secondo per secondo. Ogni respiro le costava una fatica immane.
Lo ignorò, fingendo che si trattasse di una comune ferita ricevuta in battaglia e che lei fosse un soldato.
Anche il mercenario notò che qualcosa non andava, e decise di approfittarne. Non si interruppe, cercando anzi di penetrare le difese della ragazza che ora, diminuito l’attacco, si era barricata dietro uno scudo formato dal continuo e preciso movimento della spada, utilizzando solo tecniche difensive, nell’attesa che quell’insolita sensazione la abbandonasse.
Ciò avvenne.
Di colpo, rapidamente, com’era venuto, il dolore scomparve, ma non se ne andò senza lasciare in Eikha qualcosa.
D’un tratto la sua coscienza di ciò che le accadeva intorno aumentò, distinse le voci dei compagni del mercenario, persino i respiri affannosi di Noden, e la dolcezza del vento, e lo scorrere del fiume, e il vorticare delle lame, la sua spada mossa quasi autonomamente.
Lei non poté interpretarne il significato, ma comprese l’entità e il valore del cambiamento solo poco dopo.
Anche Noden cominciava a essere stanco, ma cercò di non darlo a vedere.
In cielo, delle nubi nere cominciavano a radunarsi.
-Pare stia per piovere.-Commentò Noden con un ghigno.
-Mi sembra di combattere da ore.Non sei stanca, ragazzina?-
-Se ti vuoi arrendere dillo che la finiamo subito!-Replicò lei, tornando all’attacco.
-Ma su una cosa sono d’accordo.Questo scontro finirà presto.- Aggiunse.
La sua lama descrisse un arco, dall’alto verso il basso, da destra verso sinistra. Il mercenario si oppose con la sua spada, e Eikha diresse tutta la forza rimastale in quell’unico colpo. Poi vi si sottrasse e la spada di Noden si sostituì alla sua. Accadeva la stessa cosa, ma le loro posizioni s’erano invertite. E lei si spostò di lato di colpo, quando fu certa che Noden stesse ripetendo l’azione della ragazza di poco fa. Mentre l’uomo fu per forza spinto in avanti, lei agì.

Avrei dovuto farlo prima, che stupida che sono stata … la colpa dev’essere di quello strano male di poco fa..
Saltò.
Fece una sorprendente capriola aerea e atterrò dietro Noden.
Prima che questi potesse fare nulla per impedirglielo, Eikha, appena atterrata, sorprendendo persino sé stessa, piantò la spada nel terreno, le due mani davanti a sé distanziate tra loro di una spanna diedero origine a un fulmine vero e proprio che, dopo alcune piccole scariche d’avvertimento da una mano all’altra che non danneggiarono minimamente Eikha, colpì in pieno il suo avversario.
Non fu letale, ma abbastanza forte da gettare a terra il mercenario. Lei riprese la spada e la puntò alla gola dell’uomo con una velocità che non sorprese Noden, ma Shin, che si soffermò a pensare al gesto compiuto apparentemente così istintivamente, che avrebbe potuto mettere fine alla vita di un uomo.
Harrek si sfregò le mani, pensando che quel giorno avrebbe guadagnato parecchio.
[..]

lunedì 1 settembre 2008

Perchè vorrei che leggeste il mio libro.


Perchè i personaggi femminili non combattono con inutili quanto ridicoli bikini di pelle/acciaio/cotta di maglia. E non hanno improbabili spade di cristallo.Perchè non ci sono i soliti elfi, nani, gnomi, orchi e banalità varie. Perchè nessuno potrebbe cavalcare un drago, qui. Perchè, ammettiamolo, il protagonista solitario e tormentato ha stufato. Perchè ho cercato di documentarmi, dove possibile. Perchè non vedo una buona ragione per parlare di gilde quando il termine italiano è corporazioni.
Perchè le equazioni bello=buono e brutto=malvagio non valgono.
Il resto lo scoprirete strada facendo.
Seguiranno, nei post successivi, frammenti del primo Canto, il primo dei libri.