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giovedì 15 gennaio 2009

The Bearer Of the Black Sword

Ho finito di leggere il mega tomo leggendario di tutte le avventure di Elric di Melniboné. Non leggevo niente di simile da secoli, anzi non l'ho mai letto. Tolkien era malinconico, ma scriveva sulla falsariga della mitologia..e lo faceva bene.
Moorcock si muove in modo autonomo. C'è azione, e riflessione. E entrambe sono descritte alla perfezione. Roba da brividi, quello si che è un libro che vorrei comprare. Ma naturalmente non si trova! Però si trovano un sacco di altri orrori sugli scaffali del fantasy, perchè? Il mondo è proprio ingiusto. Mentre leggevo questo libro sono rimasta allibita..è vecchio, senza dubbio, però credo che chiunque voglia scrivere fantasy debba metterci le mani sopra.
Oh, chiaro, quella di Elric non è una storia allegra. Nessun supercattivo nel senso tradizionale, non si capisce chi siano i buoni e i cattivi, ciò che scrive è plausibile, e tristissimo. Ed è credibile!! Praticamente è la prova che si può fare un personaggio gnocco e maledetto senza per forza scrivere schifezze. E di solito a me non piacciono i libri con un unico protagonista, ma qui è gestito davvero in maniera splendida. Ho i brividi. Sì, lo so, adesso verrà qualcuno a dire "bella scoperta!" . E avrà ragione -.- . Comunque Moorcock è un po' il Verga della fantasy XD



Poi oggi ero proprio a Pesaro a fare un giretto e ho visto, in un negozio di cd, un poster dei Domine che raffigurava proprio il nostro amico Elric, a proposito dell'album a lui dedicato..

mercoledì 17 dicembre 2008

Sunlight Moonlight

Alcune semplici info tanto per tenervi aggiornati sul mio racconto per SDMG (storie di draghi, maghi e guerrieri).
Si intitolerà L'inverno dei Drah'thaar, e ci sono maghi e guerrieri, ma niente draghi ( almeno non nel senso classico).
Non ho usato Anteus come personaggio, perchè farlo divenire "da ragazzi" sarebbe stato come far suonare emo...bhe, agli Antaeus, band francese da cui era ispirato.


Blood Libels degli Antaeus

Invece ho ripescato due miei vecchi personaggi che fecero la loro prima comparsa nel Ciclo di Calahiar, e L'inverno dei Drah'thaar è immaginato come successivo agli eventi di quella serie di racconti, almeno per quanto riguarda loro due.
Si tratta di Ashtor e Aniad, fratello e sorella noti come i Fratelli dell'Ascia. Sono affezionata a loro due, e si adattavano perfettamente all'idea di racconto che sto mettendo in pratica.
La trama semplicemente è questa: Aniad e Ashtor ricevono l'incarico di salvare e proteggere il figlio di Selkar, Arcimago della Nebbia. Una potente entità ha convogliato in lui le coscienze dei quattro Drah'Thaar, quattro giovani leggendari maghi dei tempi passati. Ovviamente non tutto andrà come previsto.. contemporaneamente, Selkar cercherà di convincere gli Arcimaghi del Ghiaccio e quelli del Vento del pericolo imminente da ovest, ma nessuno gli crede. O quasi.
L'ipirazione per questo racconto viene dalla copertina di questo magnifico album.


Apocalyptic Ends in Withe degli Imperial Crystalline Entombment, per gli amici I.C.E.


Il racconto ancora non l'ho terminato, diciamo che ne ho fatto un quarto. Ma ho le idee chiare. Almeno su quello.

Oggi in ero in Feltrinelli per comprare l'ultima copia di Terrorizer, rivista metal inglese, e come mio solito sono passata davanti alla scaffalatura del fantasy.

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Orsù, se volete informarvi sulla rivista..

Dove una signora aiutata da una commessa cercava consigli su un libro fantasy da regalare. Adoro fare queste cose. Mi sono divertita a consigliarle, e lei è stata molto carina. Ha detto che leggerà il mio, anche se non legge queste cose di solito.
Immagino che siano queste le cose che facciano andare avanti :)
Quantunque anche ascoltare i Derdian sia d'aiuto.

martedì 25 novembre 2008

In The Sign...

Piccola segnalazione:

La casa editrice Delos Book accetta opere di esordienti per la collana "Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri", e io intendo assolutamente proporre qualcosa.
Dev'essere una storia breve, quindi con mia costernazione, dato che non sono ammesse trilogie, devi rinunciare a tentare in questa sede col ciclo di Therion, una mia miniserie di 3 racconti molto particolare..
Potrei sempre usare come inizio uno dei miei racconti sempre legati al mondo a cui appartiene Therion, chissà..forse La Cappella dei Ghoul potrebbe funzionare. Ma ancora sono incerta, quello che so è che sono eccitatissima all'idea, e ora mi stanno frullando in testa mille mila possibili trame e nello stesso tempo nessuna..devo fare una scrematura, o potrebbe assomigliare a una campagna di D&D.
Il che, dato il titolo della trama potrebbe non essere male, asd.
Boh, si vedrà, spero di venir fuori con qualcosa di decente da proporre!
Dunque, nell'attesa..dove ho messo i cd dei Rhapsody?

P.S. ecco, una mini idea l'ho avuta sul personaggio, vorrei riutilizzare Anteo, già da me incorporato come protagonista in un racconto..però la saga è per ragazzi, e ho paura che non sia molto per ragazzi..

giovedì 30 ottobre 2008

Across The Qliphoth


Da brava nerd sono qui, davanti al portatile, e mangiando una pizza rifletto. Ultimamente ho notato una cosa. Nella fantasy, come nel metal, ascoltatori/lettori si stanno stancando della solita solfa. Provate ad andare in un metal forum, e a presentarvi dicendo "uè ciao raga so' metallaro, ascolto iron maiden, metallica, slipknot..ci ho il metallo nelle vene!" . Linciaggio assicurato, e a ragione. Un po' come le ragazzine che fanno dichiarazioni tipo "I libri della troisi sn bellissimi lei si ke sa scrivere e Nihal è miticixima, Sennar è fiko!". Qui vi forniamo anche il lanciafiamme.
A ben pensarci però Metallica e iron Maiden qualcosa di carino l'hanno prodotto la Troisi no..
Musica e fantasy non sempre sono paragonabili, perchè la musica arriva a un livello sensoriale diverso da quello intellettuale dei libri. Però i meccanismi commerciali non variano.
C'è qualcosa che è un insulto totale al buonsenso e al buongusto ma potrebbe farci vendere mille mila milioni di euro sebbene oggettivamente di pessima qualità? Bene, lo pubblichiamo!
Chiaramente non sempre è così, possono esserci band relativamente famose che continuano a produrre album eccellenti, vedi Behemoth, band che al di là della fama producono qualcosa comunque di accettabile (pur se peggiore ai loro lavori precedenti), vedi Dimmu Borgir ( sto rischiando il linciaggio), o band che farebbero meglio a ritirarsi, vedi Metallica.
I giudizi rimangono comunque strettamente personali.
Ma tornando al fantasy, autori come la Troisi hanno successo perchè..perchè..boh. Sono di immediata comprensione. Sono facili. Scorrono via. Non invitano alla riflessione, alla ricerca.
Aperta parentesi: anche i film comici, o quelli di bassa lega/d'azione e puro spettacolo allora scorrono via bene. A parte che vi si possono trarre riflessioni anche da quelli ( avete presente gli stupidissimi "vacanze di natale inserire-data-a-piacere"? Sono un ottimo specchio della società dell'anno a cui fanno riferimento.. Non per questo li andrei a vedere al cinema, eh.).Ma questi film nessuno te li presenta come capolavori culturali, a differenza di certi libri della stessa lega.
Un cinema, anche se aumentato, costerà sempre meno di un libro di quel tipo. E lo puoi scaricare e in due ore vederlo. Per i libri ci vuole tempo ( e anche se si possono scaricare, non amo leggere libri a schermo).
L'immediata comprensione forse è un danno? A volte mando frammenti del mio libro, se richiesti, e non tutto viene compreso, magari perchè si tratta solo di un frammento e loro non hanno letto tutte le 2, o 20, o 200 pagine prima. A volte semplicemente non amo svelare tutto.
O lo scrivo in modo diverso, più complesso. Il fascino che proviamo verso qualcosa che non comprendiamo del tutto è ciò che ci fa andare avanti in una lettura, è ciò che amiamo delle cose...
Vi lascio con questa splendida, meravigliosa canzone dei Funeral Mist. O almeno il suo testo.P.S: I Carmina sono in revisione totale, stiamo lavorando per voi! Onde evitare problemi con l'incipit, sono passata alla seconda parte..la prima sarà trattata in seguito.


Across The Qliphoth

Across the qlipha burst and break
Descend into formation ye inverted
Creack and shatter what lieth ye ahead
Pour forth as blind madness to bind the flesh

Piece by piece, come ye forth
Ye angels of ecstasy/demons of revelation
To unmask the innermost face of the world unuttered
To reveal the harloty of JHVH

Across the qliphoth, seek ever higher
Ascend from formation, ye wicked
Sweep and swirl through all seven planes
And enter the highest triade

Piece by piece, come thou forth
Thou slithering worm of duality, divine whore
For said thou not; "I am the Alpha and the Omega"?
And are these not the words of a passionate serpent?

Through the crust, penetrate
Swarm ye as insects into the all-mind
And inspire its sun to shine upon a day, when God and Judas are united

I am thy Anubis, open for thy rebirth in flesh
So uphold firmly through me the renewal of all in one quint
Pentamaximus... The holiest of morals, ye pestilence of existence
Summon for the binding of all... to kill the self of God

Across the qliphoth, incarnate
Manifest into being, ye blessed
Corrupt and scatter what lieth ye ahead
Pour forth to unite us with death
Denepo-re eb ot reven... delaes si elcric ehT

Through the crust, penetrate
Swarm ye as insects into the all-mind
And inspire its sun to shine upon a day, when God and Judas are united...
And together crucified



martedì 14 ottobre 2008

A New Saga Begins

Scusate ma sentivo il bisogno di un titolo così.

Allora...cominciamo con le notizie interessanti.

Ho partecipato a un contest di scrittura su un forum, Writers Arena. Il tema era guerresco-storico, e il mio racconto, ambientato nell'Italia di inizio '500, si è ben qualificato, dato che sono arrivata seconda!Ringrazio i vari manuali di scrittura ( e il Duca per avermeli passati XD ).

Ma bando agli indugi, ecco un paio di link utili.


http://writersarena.forumfree.net/<--- home page del forum





Un giorno conto di imparare a sistemare i link, giuro.





Fighi i draghetti, vero?Comunque, torniamo seri. ( seeeh come no.)
Mi pare che sia giunta l'ora di postare un estratto dal mio libro, perciò ecco qua l'incipit.

Il sole tramontava a ovest facendo risplendere il cielo; come il sangue che sgorga da una ferita, il rosso si spandeva fondendosi con il rosa e l’arancio fino a toccare l’azzurro e l’indaco tendente al blu notte.
Eikha dava le spalle a tale spettacolo, seduta sul bordo di una delle più alte torri cittadine di Armònia. Teneva una gamba incrociata, appoggiandosi sul ginocchio come base di lavoro e l’altra che penzolava sfiorando la superficie di pietra del tetto.
Stava china su di sé, mentre il suo braccio destro si muoveva in modo irregolare, descrivendo grandi arcate in maniera esasperata. Poi sul suo volto comparve un’esclamazione soddisfatta.
-Si!Camicia rammendata!
Esclamò trionfante, levando in alto il braccio come un comandante che annunci alle truppe la vittoria appena ottenuta. Ma in pugno non stringeva una spada, bensì un ago di ferro, con ancora del filo.
Si affrettò a riporlo, insieme al piccolo gomitolo di filo nella scarsella più piccola, formata da un sacchetto in cuoio nero, in cui teneva anche delle silve di bronzo, monete locali.
Poi, tenendo la camicia bianca per le maniche, la mise contro il sole morente per osservare il risultato in controluce.
Effettivamente il rammendo era quasi invisibile, ma un occhio attento avrebbe rivelato che non era stato ricucito con precisione, molti punti erano disuguali, e che non era nemmeno il solo. Ma a lei andava benissimo così. La piegò molto grossolanamente e la infilò nella bisaccia che portava a tracolla, di cuoio anch’essa, ma marrone, attenta a sistemarla sopra al suo ultimo tesoro, che giaceva coperto da un vecchio panno annodato.
Ormai il sole stava scomparendo del tutto dietro la foresta, e i monti lontani.
Meglio così, pensò Eikha, i cui occhi vedevano meglio al buio che con la luce diurna.
Gettò uno sguardo alla città sottostante. Man a mano le vie si svuotavano, e la città accendeva le sue lanterne e fiaccole. La gente tornava a casa, e anche lei doveva farlo.
Si girò e raggiunse la parte opposta del parapetto della torre. Più in basso c’era il tetto di una casa a tra piani, abbastanza alta quindi.
Abbastanza per gli scopi di Eikha.
Controllò che la spada di legno fosse ben fissata alla cintura, richiuse le due fibbie della bisaccia con attenzione e fece un respiro profondo.
Poi saltò. Il suo corpo reagì istintivamente, guidandola in delle precise capriole che la fecero atterrare in piedi proprio sulla trave centrale del tetto spiovente.
Impiegò qualche istante per riacquistare il proprio equilibrio, controllò la bisaccia, ma non parve vi fosse uscito nulla. Aveva per il suo contenuto una cura che si sarebbe detto avesse appena trovato un vero tesoro.
Continuò a camminare con una sicurezza e una sfrontatezza felina sulla trave per poi passare su quella dell’edificio vicino.
Si adattò a varie altezze senza problemi, cercando sempre di non essere vista, grazie alla sua leggerezza e agilità che le permettevano di percorrere quell’insolito sentiero senza cadere o scivolare.
Rapidamente raggiunse una delle vie principali, via San Ilvenn, che segnava idealmente l’inizio del quartiere universitario. Era una delle vie più ampie della città, al punto che vi potevano passare due carri affiancati comodamente. Ed era anche una delle poche ad essere lastricate, insieme naturalmente alla Lungofiume, la strada che percorreva la città tagliandola verticalmente costeggiando il Natael, che poteva intravedere osservando alla sua destra.
Rimaneva sempre il problema di come attraversarla senza scendere dai tetti, un problema che non aveva una soluzione universale. Voleva evitare di essere vista, ma quel dì non fu così fortunata da trovare due carri che passavano in modo da potervi saltare sopra evitando la gente parendo solo un’ombra fugace, abbastanza materiale però da attirarsi le maledizioni e bestemmie dei carrettieri che potevano vederla.
Non vedeva altra alternativa che scendere, quella sera. La strada di fianco alla casa sul cui tetto ora stazionava era provvidenzialmente vuota, eccezion fatta per due figure ammantate che andavano nella direzione opposta.
Scese con un piccolo salto e i suoi stivaletti si posarono sulla terra battuta della via.
Si rese conto solo ora di quanto effettivamente facesse freddo. Non era come sui tetti delle case, riscaldati da focolari e camini.
Si sistemò il mantello cercando di coprirsi il più possibile, cappuccio compreso, per quanto il corno rosso che le cresceva sulla fronte, pur essendo relativamente corto, non si potesse mai nascondere del tutto.
Un refolo d’aria fredda autunnale riuscì a insinuarsi sotto al mantello, e la ragazzina si convinse che avrebbe dovuto anche allacciare il farsetto. Ma non c’era tempo, e si limitò a proseguire. Attraversò la strada, rischiarata solo da poche lanterne, ma si accorse che qualcosa non andava. Poco più in là, all’imboccatura di un vicolo, alcune persone ne avevano circondata un’altra, con intenti evidentemente poco amichevoli.
Stai lontana dai guai, si disse.
Ma era troppo tardi. Aveva riconosciuto la persona in pericolo, e si fece avanti.
-Od, dì ai tuoi di lasciare Nasalt.
-Falce e spiga!
Bestemmiò quello che rispondeva al nome di Od. Un ragazzino di circa sedici anni, vestito di stracci e scalzo, accompagnato da altri ragazzetti della stessa risma. Lui era il più robusto, il più forte, era il capo.
Nettamente diverso era il ragazzo fino a poco fa oggetto delle minacce di quel gruppetto. Eikha lo aiutò a rialzarsi dal fango. C’erano parecchi rivoli di acqua sporca lungo le case, e lo avevano appena fatto cadere in uno di quelli. Come risultato, il povero Nasalt emanava un pessimo odore. Questi, non appena rialzato, recuperò la sua dignità, e anche le candele che gli erano cadute, richiudendole con lo spago. Si guardò la veste da aspirante Storico, ornata da complicati ricami rossi ora insudiciata, e emise un sospiro sconsolato. Eikha strappò di mano a Od la borsa di Nasalt e gliela restituì.
-Ehi! Od cercò di protestare, ma Eikha gli piantò addosso i suoi occhi, uno dorato e l’altro azzurro. L’intensità di quei colori, e soprattutto il loro luccicare al buio, fece indietreggiare il ragazzino.
-Vattene, tornatene nell‘Avello! Gli disse lui a denti stretti.
Lei non rispose, prese Nasalt per un braccio e si incamminò lungo la strada.

domenica 28 settembre 2008

Tra La Carne E Il Nulla.

L'autunno è alle porte ormai. No, non è un frammento del mio romanzo. A tal proposito vi farà piacere sapere che ho deciso di operare una sorta di terza stesura, in pratica lo sto riscrivendo. Sono quasi alla fine del primo capitolo, ma i risultati sono più che soddisfacenti. E bisogna tenere conto che molte sequenze della stesura precendente vanno benissimo, e saranno riutilizzate. Non so quanto mi ci vorrà per questo lavoro, ma se devo esordire meglio farlo bene.
Martedì è alle porte ormai. Martedì sera a quest'ora sarò già via per l'università, senza internet, senza chitarra..sigh. Questo aggiornamento è meramente riflessivo, per così dire.

Quando comincia a venire l'autunno, mi immergo in una serie di riflessioni paesaggistiche. Da un punto di vista artistico l'autunno è estremamente interessante. Osserverei per ore immagini di boschi avvolti dalla nebbia, con in lontananza cime innevate magari. Il tutto rigorosamente in bianco e nero. Ripenso a certe mattine in Germania ( soggiorno studio scolastico), in inverno.
La nebbia avvolgeva i parchi cittadini, e nonostante fossero ormai le 8 di mattina non c'era quasi nessuno in strada. Solo la presenza inquietante di edifici alti e grigi, che sembravano immensi e vuoti rispetto alle persone che di sabato pomeriggio affollavano il centro.
I corvi gracchiavano. Le nuvole coprivano sempre il cielo, rendendolo incolore, o grigio.


Copertina di "The Haunting Presence" della one man band americana Krohm. Black metal, ovviamente.

Io ero diversa da come sono ora, diciamo che è passato del tempo. La consapevolezza di trovarsi a contatto forzato con persone che sapevo non mi avrebbero mai compreso, o che mi erano deliberatamente ostili, mi aveva reso solitaria e misantropica. Preferivo semplicemente osservare la magnifica natura. Proprio per questo quando viaggio, se si tratta di un lungo viaggio in treno o pullman, aborro di solito parlare con altri. Datemi un posto vicino al finestrino, il mio ipod ( o lettore cd), e io sarò contenta così. Come colonna sonora all'epoca ero fissata con Nargaroth, che mi piaceva ascoltare pensando di trovarmi nella sua terra natale ( la Germania, appunto).

Copertina di "Amarok" di Nargaroth.

Ma, dato che sicuramente a nessuno interessa minimamente delle mie avventure in Germania, giungo alla conclusione. C'è chi vive per l'estate, il caldo, il sole, il mare.. io preferisco l'autunno, con la sua promessa dell'inverno che verrà. Preferisco la montagna, la neve, spaziare con lo sguardo su boschi di conifere di infinita estensione, mentre la mia mente elimina sistematicamente gli elementi moderni del paesaggio (come quando dipingevo ad acquerello) e la mia anima entra in comunione con la natura, e si immerge in riflessioni di una spiritualità più antica e profonda.
Per farla breve, l'autunno mi ispira. A voi no?

Bene, vi lascio a gustarvi il video di "Antica Europa" dei Deadly Carnage, ottimo gruppo underground delle mie parti.


sabato 13 settembre 2008

The Sign Of Prime Creation


Rifletto spesso sul mio romanzo ultimamente. Ho persino riscritto l'inizio, le prime 10 pagine. Poi, rileggendole, mi sono resa conto di una cosa. Che per quanto possa essere bello, impreziosito da dettagli "realistici", è troppo diverso dal resto del libro. A questo punto forse è necessaria una premessa.
Vado avanti con questo libro dai tempi delle medie, si è tutto originato da un disegno fatto all'epoca, che conservo tutt'ora. Tale disegno raffigurava la Eikha dell'epoca, che aveva un'altro nome, con un abbigliamento fantascientifico. Inizalmente doveva essere un libro di fantascienza, la virata fantasy è avvenuta tempo dopo, con la lettura del Signore degli Anelli. La stesura vera e propria dell'opera è stata fatta rigorosamente su carta, usando dei quaderni, e spesso scrivevo a scuola. Ho consumato quasi 7 quaderni. Dico quasi perchè da un lato ci stava il romanzo e dall'altro dei disegni.
Poi ho ricopiato tutto su pc, non vi dico il tempo che ha richiesto perchè vi spaventereste. Questo ha coinciso con la seconda stesura, quella che doveva essere definitiva.
Ora ci ricolleghiamo con quanto anticipato sopra: tale stesura, pur avendo subito ovvie correzioni, dovrebbe essere quella definitiva. O no? Mi spiego meglio. Lo stile dell'epoca è diverso da quello che posseggo ora, logicamente. Potrei riscrivere tutto con lo stile di adesso, ma sarebbe un lavoro immane, e preferirei occuparmi del Canto Secondo.
Così ho deciso una cosa: sistemerò un paio di cosuccie quali delle descrizioni e degli scontri, ma non userò l'inizio nuovo, per evitare di creare un minestrone di stili. Rimaneggerò un po' quello vecchio, con un criterio: il lettore crederà all'impossibile, ma non all'improbabile. Si tratta di una citazione ma ne ignoro l'autore. Riserverò quindi il mio stile attuale per il Canto Secondo.
Ah, tenete presente che, almeno secondo me, il vecchio stile non è nè peggiore nè migliore, forse più semplice, ma solo diverso.

Questa riflessione nasce anche dai risultati ottenuti tramite l'esperimento di postare qui uno dei duelli.Due persone ( Gamberetta e il Duca) lo hanno criticato negativamente, a tutte le altre, è invece piaciuto. Sono in netta maggioranza, anche se non posseggono un account per commentare. Quindi cosa devo pensare? Che il pubblico preferisce lo stile "vecchio"?
E vorrei sapere da voi cosa ne pensate. Stile "vecchio" o rimaneggiamento totale a scapito dell'onestà dell'opera originale?
Se proprio proprio, lo sistemerò se non piacerà a nessun editore.