Si comincia! Ho deciso di iniziare con un duello, ma non un duello qualsialsi.Questo segna l'inizio dell'avventura vera e propria. (Capitolo II, Parte Prima)
[..]Quando Eikha e Shin fecero ritorno, per pranzo, il capo degli stranieri venne da loro.
-Il mio nome è Noden, figlio di Nover.Tu dovresti essere Eikha.-
-In persona.-
Rispose la ragazzina, guardinga, studiando l’uomo.
Noden aveva il tipico aspetto di colui che aveva vissuto molte battaglie: una cicatrice era ancora visibile su una guancia e probabilmente non sarebbe mai scomparsa; la barba non era curata. Dalla sua bocca si intravedeva che alcuni denti erano neri, altri mancanti.I capelli erano corti e arruffati, l’armatura in pelle aveva bisogno di una sistemata e il mantello era macchiato di sangue.
Al fianco portava una lunga spada e allacciato dietro alla schiena, un grande scudo a mandorla.
-Cosa volete da me?-
-Sarò breve.Ho saputo che sai usare la spada.-
-Non sapevo di essere tanto famosa.Comunque sì, me la cavo.-
-Ti andrebbe di combattere contro di me?Un incontro amichevole, s’intende.-
Aggiunse osservando l’espressione molto poco conciliante di Shin.
-Perché dovrei accettare?-
-Io viaggio per i regni ancora liberi alla ricerca di qualcuno che voglia battersi con me, per affinare le mie tecniche e migliorarmi.-
La giovane restò in silenzio, non sapendo che rispondere.
-Come avete fatto a sapere di me?-
-Non si vede una donna pronta a sguainare la spada per la propria patria da molto tempo, è normale che le voci corrano.- Rispose prontamente Noden.
Shin lo squadrò dall’alto al basso con occhio critico, poi, senza neppure consultarsi con Eikha, prese la sua decisione.
-C’è un prato vicino al fiume, poco lontano da qui. Basta svoltare a sinistra appena usciti dalla Locanda e poi a destra, alla fine della Contrada dei Lanaiuoli.
Noden annuì.
-Bene, ci si vede lì all’ora settima.-
[...]
Ancora non era abbastanza freddo da dover girare con i mantelli, ma al nord soprattutto, e in questi tempi, c’erano persone che giravano in mantello e cappuccio persino in piena estate.
Noden stava in piedi appoggiato alla spada, mentre i suoi uomini stavano seduti più in là, parlando allegramente e scommettendo sulla sfida, com’erano sempre soliti fare quando Noden sfidava qualcuno.
-Allora, su chi scommetti, Zeil?-
-Su Noden, e chi altri?-
-Vorrei provare con Eikha.-S’introdusse un altro.
-Ne sei certo, Harrek?-
-Oggi mi sento in vena di rischiare.E scommetto dieci idsi sulla ragazzina strana.-
Proclamò mostrando una manciata di monete con l'immagine di una falce da un lato e una figura umana stilizzata dall'altro.
-Quindici su Noden.-Proclamò uno.
-Aspettate, maledizione!Devo prendere nota!-Protestò Harrek, che di solito si occupava di segnare le scommesse e come andavano.
-Zeil, tu quanto scommetti?-
-Dieci idsi su Noden.-
-Altrettanto.-Borbottò un altro, intento a frugare nella propria scarsella.
-Fate silenzio, si comincia!-
Eikha era arrivata.
Le loro lame si incontrarono in un bagliore di luce postmeridiana.
La ragazza studiò il volto concentrato di Noden, cercando di interpretare la sua espressione, mentre le spade e i volti erano vicini.
Si separarono e continuarono con rinnovato vigore.
Inizialmente Eikha riuscì a sostenere con facilità gli attacchi impetuosi del mercenario, poi cominciò a trovare alcune difficoltà. Ogni volta che tentava di colpirlo, ogni dritto o roverso veniva bloccato dalla sua lama o dallo scudo.
Sembrava che nulla potesse stancarlo, eppure lui stesso restò sorpreso dalla capacità di resistenza della giovane.
Fu colto impreparato dai suoi riflessi e dalle sue capacità, senza rendersi conto che le aveva già incontrate in altri guerrieri, ma ora il fatto che fosse una ragazzina a possederle lo metteva a disagio.
Semplicemente, per la prima volta, il grande Noden faticò a reagire a degli attacchi, né troppo difficili o elaborati, ma portati da una femmina.
Ma era un mercenario e non farsi sorprendere era il suo mestiere.
Dopo alcuni colpi riuscì a riprendere il controllo della situazione, costringendo Eikha a indietreggiare.
Tuttavia la fanciulla non cedette, rispondendo colpo su colpo, a livello quasi istintivo.
L’uomo, in un roverso da manuale, spostò la lama dal basso verso l’alto, verso destra. Eikha alzò il braccio per parare tale colpo, scoprendosi abbastanza per permettere a Noden di colpirla sul petto con lo scudo. Eikha imprecò, odiando per un istante la sua natura femminile che l’aveva dotata di un seno, anche se ancora non del tutto cresciuto. Vi aveva portato il braccio libero davanti come copertura, ma non era servito a molto.
Era stata sbalzata indietro, ma riguadagnò la posizione di poco prima e si abbatté con un fendente sull’uomo, ignorando il fatto che la spada cominciava a essere pesante e il contraccolpo ai polsi doloroso quando lo scudo la bloccò. L’impatto si trasferì sul corpo di Noden, e fu il suo turno di indietreggiare.
Non può essere!Com’è possibile?Noden è un mercenario esperto, io mi esercito seriamente solo da pochi anni …
Poi, nell’attimo fatale, parando un fendente di Noden, provò una sensazione nuova e improvvisa.
Le faceva male il cuore, era come se qualcuno si fosse insediato dentro di lei,
Non aveva mai avvertito un dolore tale, e per giunta continuò ad aumentare secondo per secondo. Ogni respiro le costava una fatica immane.
Lo ignorò, fingendo che si trattasse di una comune ferita ricevuta in battaglia e che lei fosse un soldato.
Anche il mercenario notò che qualcosa non andava, e decise di approfittarne. Non si interruppe, cercando anzi di penetrare le difese della ragazza che ora, diminuito l’attacco, si era barricata dietro uno scudo formato dal continuo e preciso movimento della spada, utilizzando solo tecniche difensive, nell’attesa che quell’insolita sensazione la abbandonasse.
Ciò avvenne.
Di colpo, rapidamente, com’era venuto, il dolore scomparve, ma non se ne andò senza lasciare in Eikha qualcosa.
D’un tratto la sua coscienza di ciò che le accadeva intorno aumentò, distinse le voci dei compagni del mercenario, persino i respiri affannosi di Noden, e la dolcezza del vento, e lo scorrere del fiume, e il vorticare delle lame, la sua spada mossa quasi autonomamente.
Lei non poté interpretarne il significato, ma comprese l’entità e il valore del cambiamento solo poco dopo.
Anche Noden cominciava a essere stanco, ma cercò di non darlo a vedere.
In cielo, delle nubi nere cominciavano a radunarsi.
-Pare stia per piovere.-Commentò Noden con un ghigno.
-Mi sembra di combattere da ore.Non sei stanca, ragazzina?-
-Se ti vuoi arrendere dillo che la finiamo subito!-Replicò lei, tornando all’attacco.
-Ma su una cosa sono d’accordo.Questo scontro finirà presto.- Aggiunse.
La sua lama descrisse un arco, dall’alto verso il basso, da destra verso sinistra. Il mercenario si oppose con la sua spada, e Eikha diresse tutta la forza rimastale in quell’unico colpo. Poi vi si sottrasse e la spada di Noden si sostituì alla sua. Accadeva la stessa cosa, ma le loro posizioni s’erano invertite. E lei si spostò di lato di colpo, quando fu certa che Noden stesse ripetendo l’azione della ragazza di poco fa. Mentre l’uomo fu per forza spinto in avanti, lei agì.
Avrei dovuto farlo prima, che stupida che sono stata … la colpa dev’essere di quello strano male di poco fa..
Saltò.
Fece una sorprendente capriola aerea e atterrò dietro Noden.
Prima che questi potesse fare nulla per impedirglielo, Eikha, appena atterrata, sorprendendo persino sé stessa, piantò la spada nel terreno, le due mani davanti a sé distanziate tra loro di una spanna diedero origine a un fulmine vero e proprio che, dopo alcune piccole scariche d’avvertimento da una mano all’altra che non danneggiarono minimamente Eikha, colpì in pieno il suo avversario.
Non fu letale, ma abbastanza forte da gettare a terra il mercenario. Lei riprese la spada e la puntò alla gola dell’uomo con una velocità che non sorprese Noden, ma Shin, che si soffermò a pensare al gesto compiuto apparentemente così istintivamente, che avrebbe potuto mettere fine alla vita di un uomo.
Harrek si sfregò le mani, pensando che quel giorno avrebbe guadagnato parecchio.
[..]